Complesso residenziale - Termoli (Campobasso)

Il villaggio residenziale denominato “Mare pulito”, costruito negli anni ’70, è organizzato in corpi edilizi a schiera su due livelli, indipendenti l’uno dall’altro. Al centro è presente uno spazio comune, che funge da svincolo per le piccole stradine di servizio conducenti ai vari corpi di fabbrica.
Realizzate con struttura intelaiata in cemento armato, solai in latero-cemento e tamponatura esterna perimetrale in laterizio intonacata, due unità immobiliari si presentavano in pessime condizioni dovute in gran parte alla vetustà dell’edificio e alla mancanza di opere di ristrutturazione e di manutenzione che negli anni passati avrebbero dovuto esserci. Altro fattore di deterioramento era sicuramente conseguente alla vicinanza del mare con la sua azione aggressiva nei confronti delle struttura. Le pareti esterne presentavano rigonfiamenti all’intonaco cementizio in più parti, soprattutto in corrispondenza delle sottostanti strutture in cemento armato, travi, pilastri e cornicione. In alcuni punti erano evidenti ed affioranti i ferri di armatura laddove il calcestruzzo per effetto della formazione dell’ossido di ferro (ruggine), ha provveduto ad espandersi lesionandosi e distaccandosi unitamente all’intonaco. Erano altresì visibili in più punti diverse lesioni alla muratura perimetrale, probabilmente dovute ad assestamenti strutturali registratisi nel tempo nei punti maggiormente prevedibili per tali manifestazioni: in prossimità delle finestre ed in prossimità del collegamento tra tamponatura e pilastri e tra travi e pilastri. Risultavano particolarmente attaccati i setti portanti presenti al pian terreno, totalmente scoperti data la presenza del porticato e le parti di parapetto ai piani superiori che essendo state pensate con un’inclinazione piuttosto rilevante sono state maggiormente esposte all’azione erosiva del vento e alla penetrazione e dilavamento delle acque piovane. L’intervento si è proposto di effettuare una manutenzione straordinaria all’esterno e successivamente anche all’interno della porzione di edificio in modo da riportare lo stesso ad una condizione di efficienza e di decoro che possa rendere sicuro, salubre e funzionale il manufatto stesso. L’intervento di ristrutturazione è iniziato con l’eliminazione di tutto il quarzo plastico presente mediante l’impiego di sverniciatori e successiva raschiatura sino alla completa eliminazione della pellicola e la successiva pulizia dei residui rimasti. L’intonaco risultava deteriorato soprattutto a cavallo delle fasce marcapiano in c.a. e in corrispondenza dell’attacco tra pilastri e muratura di tamponamento, per cui per tali zone è stata necessaria la totale asportazione dell’intonaco per una lunghezza che superava la trave di almeno 15-20 cm al di sopra e al di sotto della stessa. Eliminato l’intonaco, l’intervento è stato rivolto al sottostante c.a. per il quale le micro lesioni generatesi hanno innescato fenomeni di ossidazione delle armature metalliche. Eliminato il calcestruzzo si è provveduto all’eliminazione dei residui e alla pulizia delle armature, a mezzo di spatola di acciaio e sabbiatura fino alla completa eliminazione della ruggine formatasi. A rimozioni ultimate del materiale deteriorato, le armature sono state ripulite con il passivante Rurecoat 3, prodotto a base di malta cementizia, costituito da un componente in polvere ed un componente liquido che danno origine ad una pasta malleabile e contenente inibitori di corrosione per la protezione attiva dei ferri annegati nel cemento armato. Il calcestruzzo precedentemente eliminato è stato invece ripristinato con l’impiego di Exocem FP, premiscelato a base di cemento, inerti selezionati, additivi superfluidificanti, agenti per il controllo del ritiro sia in fase plastica sia in fase indurita e fibre di polipropilene che nella sua composizione diviene una malta tixotropica fortemente adesiva al calcestruzzo, al laterizio e al ferro. Dove necessario sono state inserite armature integrative che garantissero un ancoraggio ottimale con ripristino della continuità strutturale. Su una simile ricostruzione, si è provveduto in corrispondenza del telaio perimetrale particolarmente ammalorato alla messa in opera della rete in PBO Ruregold XP cerchiando completamente i setti verticali e le travi di bordo per quanto possibile, riducendo il tutto anche ai solai. Costituito da una rete bidirezionale non bilanciata in fibre di PBO (poliparafenilenbenzobisoxazolo) e da una matrice inorganica stabilizzata appositamente formulata per l’utilizzo di supporti in calcestruzzo armato, Ruregold XP è infatti un sistema di rinforzo strutturale ideale per durabilità e resistenza. Una volta ristrutturato il calcestruzzo, si è proceduto al ripristino dell’intonaco spicconato, impiegando anche qui malte fibrorinforzate della linea Rurewall T e dove necessario, come ad esempio in corrispondenza delle travi, è stata inserita un’opportuna rete in fibra di vetro antifessura Rureglass 160. Da ultimo, al fine di garantire un aspetto uniforme alla facciata, si è effettuata una rasatura totale, impiegando il rasante Thermocoat di Ruredil, dato in duplice mano, con interposta rete antifessurazione. Le velette dei balconi, una volta ristrutturate, sono state rasate allo stesso modo delle pareti suesposte. A rasatura ultimata, si è passati alla finitura delle superfici con NaturcaleSil Fissativo e NaturcaleSil Tonachino, materiali spesso rati a base di silicati di potassio.
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